Alunni positivi a scuola: in arrivo il piano contro la didattica a distanza

È tornata alla ribalta la discussione sugli eventuali alunni positivi a scuola. Fin dall'inizio di questo anno scolastico l'intenzione del Governo è stata quella di evitare assolutamente il ricorso alla didattica a distanza. La questione è molto delicata, perché si tratta comunque di approntare una diversa gestione della quarantena. E sembra proprio che le regole da questo punto di vista stiano per cambiare.

Le dichiarazioni di Silvio Brusaferro

Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha riferito che in queste ore c'è un gruppo di lavoro che vede coinvolto l'Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute, quello dell'Istruzione e le Regioni. L'obiettivo è quello di portare avanti una riflessione su come gestire gli eventuali casi positivi nella scuola. Secondo ciò che ha riferito Brusaferro, si può ipotizzare che, considerata la specificità del contatto scolastico, si possa pensare in alcuni casi all'uso mirato dei tamponi, in modo da poter continuare la didattica in presenza.

In cosa consisterebbe il piano contro la didattica a distanza

Le varie fonti di stampa anticipano alcune linee guida di quelle che non saranno tradotte in una circolare del Ministero, ma saranno suggerite come dei consigli per le Asl. Se il piano dovesse essere confermato così come viene definito in queste ore, accadrebbe che, in caso di un solo alunno positivo, tutti i compagni di classe dovranno sottoporsi al tampone e, se risultano negativi, potranno continuare a fare lezione in presenza. Lo stesso per gli insegnanti. Nel momento in cui si trova un altro alunno positivo nella stessa classe, gli alunni non vaccinati e i docenti andranno in quarantena per dieci giorni, mentre i vaccinati potranno restare ancora in classe. Se i positivi saranno due o più di due, tutti gli alunni dovranno andare in quarantena, con la differenza che per i vaccinati questa durerà sette giorni e per gli altri dieci.