Memorizzazione universitaria e palazzo della memoria

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La memorizzazione di ciò che si studia è notoriamente uno dei talloni d’Achille degli studenti italiani, che siano delle superiori o dell’università.

Alcuni studenti hanno una spiccata memoria visiva, altri riescono a ripetere e imparare a memoria abbastanza facilmente. Eppure questi studenti sono la minoranza.

Nell’articolo di oggi vedremo cosa si intende per variabili della memoria e come le tecniche di memorizzazione possono aiutare ad aumentare la velocità di studio memorizzando più argomenti in meno tempo.

L’obiettivo è quello di “immagazzinare” ciò che si studia nella memoria a lungo termine, in modo da poterlo rievocare più velocemente quando ci troviamo di fronte al professore in un esame universitario.

Le variabili della memoria: cosa c’è da sapere davvero?

Entriamo un po’ nel tecnico, per contestualizzare meglio alcuni concetti che vedremo nel prossimo paragrafo.

Noi siamo abituati a leggere e ripetere, alcune volte scriviamo un riassunto o uno schema e poi semplicemente leggiamo e ripetiamo quello.

Alcuni studenti prima leggono e ripetono con il foglio davanti, poi man mano cominciano a toglierlo e cercano di rispondere alle domande.

Questa pratica di per sé è giusta, più leggiamo una cosa, più ci sforziamo di ripeterla a parole nostre (perché le cose studiate vanno apprese altrimenti ci risulterà più difficile memorizzare ripetendo solo a pappagallo).

Il problema principale però è che si tratta di una tecnica di studio per i più “lenta” e “macchinosa”. Uno studente universitario che segue più lezioni, studia più materie ed ha una mole di informazioni da memorizzare molto alta, si ritroverà a impiegare settimane per memorizzare alcuni capitoli.

Il risultato? Che ci presentiamo all’esame con mille dubbi, magari non abbiamo ancora terminato il programma e l’ansia sale creando in noi vuoti di memoria.

La frequenza di ripetizione è solo una delle variabili da stimolare

Ci sono decine di ricerche scientifiche che dimostrano che oltre alla frequenza di ripetizione, variabile importantissima, ci sono altri 2 fattori essenziali per migliorare l’efficienza di memorizzazione:

  • Le emozioni e il coinvolgimento emotivo: le emozioni danno una spinta fondamentale nell’apprendimento e nel fissare le informazioni nei “magazzini” della memoria a lungo termine.
    Vuoi un esempio? Scommetto che ricorderai bene il tuo primo bacio, giusto? Oppure cosa dire della tua prima bocciatura? L’area del cervello che interviene in questi processi è l’amigdala.
  • Le immagini e la memoria spaziale: l’altra struttura che ci permette di memorizzare le informazioni è l’ippocampo. Essa regola il passaggio di ciò che apprendiamo dalla memoria a breve termine a quella a lungo tempo. Si è dimostrato come immagini e componenti spaziali possano portare enormi vantaggi in tal senso. Ricordi bene la strada da compiere per arrivare alla tua università, anche solo dopo che l’hai percorsa 1 o 2 volte, giusto?

Tecnica dei loci e palazzo della memoria

Come ben spiegato in questo articolo che parla del palazzo mentale, possiamo davvero mettere il turbo nello studio se utilizziamo le tecniche di memorizzazione, tecniche che vanno a stimolare amigdala e ippocampo così da poter far fissare al meglio le informazioni nella memoria a lungo termine.

Nello specifico la tecnica dei loci, tanto utilizzata da Cicerone per memorizzare e ricordare i passi dei propri discorsi al senato, sfrutta entrambi.

La parte emotiva e creativa è data dal rendere un concetto, un’immagine (vivida e in movimento). In gergo si parla proprio di tecnica PAV (paradosso, azione, vivido).

La parte spaziale, che stimola l’ippocampo, nella tecnica dei loci è sfruttata grazie ai “loci”, ovvero luoghi.

Cosa significa? Cicerone per memorizzare i passaggi cardine dei suoi discorsi si immaginava il percorso dalla sua casa al senato, con all’interno una serie di luoghi dove doveva passare. In questi posti, i loci, inseriva delle immagini grottesche e in movimento che raffigurassero i punti del discorso.

Per ricordare il discorso, dopo averlo ovviamente studiato perfettamente e quindi comprenderlo e padroneggiarne i concetti logici, ripercorreva mentalmente quel percorso e visualizzava le immagini mentali ad ogni luogo associata.

In versioni più avanzate di questa tecnica si parla di palazzo della memoria, ovvero il costruire più loci nelle stanze di casa (non in un percorso stradale), così da avere più loci come in un palazzo, per poter memorizzare più info.

In sostanza, ci sono varie tecniche di memorizzazione, ma non è tanto la tecnica in sé il concetto da capire, quanto che il classico leggi e ripeti non è il metodo più funzionale per memorizzare tantissimi libri e concetti come è necessario all’università.