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I neopresidi rinunciano all'incarico e tornano al Sud per paura del lockdown

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di Redazione

14/07/2020

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I sindacati e l'Anp, l'associazione nazionale dei presidi, sottolineano una situazione che fa riflettere: la fuga dei neopresidi dal Nord al Sud. L'ultimo concorso dei dirigenti ha portato molti neopresidi a spostarsi al Nord. Circa la metà dei dirigenti è stata assegnata ad una regione diversa da quella di residenza. Adesso si registra un'inversione di tendenza, che per molti versi appare paradossale nel mondo della scuola.

Il ritorno al Sud per paura del lockdown

Come è stato sottolineato da più fonti, molti neodirigenti hanno preferito rinunciare all'incarico dopo l'anno di prova. Molti infatti si erano trasferiti dal Sud al Nord. In particolare il trasferimento, che ha coinvolto anche regioni come il Lazio e la Toscana, è stato per 982 neoimmessi su 1984. Adesso hanno paura che possa accadere ciò che già è successo l'anno scorso, ovvero un nuovo lockdown imposto da un'eventuale seconda ondata dell'epidemia di coronavirus. Di fronte ad una possibile nuova emergenza sanitaria molti hanno deciso di ripensarci e di lasciare l'incarico. Molti presidi, infatti, dopo il trasferimento, a causa delle misure prese dal Governo, sono stati per molto tempo lontani dalla loro famiglia e dalla loro residenza. A quanto pare adesso non vogliono rischiare una seconda volta.

Si tratta di una perdita di risorse

Il presidente dell'Anp Antonello Giannelli rende nota questa situazione di rinuncia di molti presidi del Sud che sono stati assunti in regioni come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, l'Emilia Romagna e il Trentino. Secondo il presidente dell'Anp, le difficoltà per i neoassunti del Sud sarebbero insormontabili. Questa rinuncia dei neopresidi, secondo Giannelli, si configura come una vera e propria perdita di risorse.
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