Si fanno sentire sempre di più le conseguenze di ciò che traspare dalla Legge di Bilancio che il Consiglio dei Ministri ha approvato il 21 novembre. Gli effetti ci sono naturalmente anche sul sistema scolastico, che potrà subire un vero e proprio dimensionamento.
Ad essere interessate sono in particolare le scuole del Sud Italia, che potrebbero arrivare ad un taglio di 700 istituti nel giro di due anni.
Che cosa stabilisce il testo approvato dal Governo
Il testo approvato dal Governo, nell’ambito della Manovra 2022, dà delle indicazioni molto chiare e precise per quanto riguarda il procedere autonomamente al dimensionamento della rete scolastica, che dovrà essere attuato entro il 30 novembre di ogni anno.
Naturalmente si fa riferimento alla possibilità di salvaguardare la specificità delle scuole in aree montane, delle piccole isole e delle aree geografiche caratterizzate da tipiche specificità linguistiche.
Gli Uffici Scolastici Regionali, però, sentite le Regioni, provvedono al dimensionamento, ripartendo il contingente dei dirigenti scolastici.
Nei primi tre anni scolastici si parla di un’applicazione di un correttivo che sarà pari al 7%, al 5% e al 30%.
Si tratta di un decreto di natura non regolamentare?
La questione pone molti dubbi, perché entro il 30 novembre deve avvenire un accordo specifico tra Regioni e Uffici Scolastici Regionali. Se questo accordo non avviene, ci si potrebbe trovare in presenza di un decreto di natura non regolamentare.
In questo caso non si potrà non tenere conto del numero degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche e si dovrà tenere conto anche dell’organico di diritto.
Le situazioni più complesse si registrerebbero in alcune regioni, come per esempio la Sardegna, la Calabria, la Basilicata, l’Abruzzo, il Molise e la Campania.