Morbillo, non è stata raggiunta la cosiddetta “immunità di gregge”
di Redazione
23/07/2019
Qualche decennio fa molte patologie erano state completamente debellate, mentre oggi continui focolai ritornano a scoppiare, e non solo nei paesi del terzo mondo, dove quantomeno la povertà è una “giustificazione” alle mancate vaccinazioni.
Anche in Italia, benché in leggero miglioramento, la situazione è molto delicata e purtroppo non si è riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Nello specifico, secondo i nuovi dati del Ministero della Salute nel 2018 la copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo-parotite-rosolia è cresciuta del 1,38%, stanziandosi al 93,2%. Una percentuale superiore rispetto all’anno precedente ma non sufficiente per riuscire a debellare la patologia: obiettivo per raggiungere il quale è necessario varcare la soglia del 95%.
L'Italia ha registrato 180 casi a gennaio, rispetto ai 76 di dicembre e 58 di novembre 2018. Inoltre dal primo gennaio al 31 maggio 2019 sono stati segnalati 1.096 casi di morbillo: 180 a gennaio; 171 a febbraio, 222 a marzo; 305 ad aprile e 218 a maggio. La situazione non è la stessa su tutto il territorio. Oltre due terzi dei casi, infatti, si sono verificati in Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia. Colpisce anche l'età media dei pazienti, molto alta: 30 anni. Tra i contagiati l'86,7 per cento non era vaccinato.
Parallelamente, poi, continua a crescere, nel 2018, la copertura vaccinale contro la polio, usata come indicatore per le vaccinazioni contenute nell'esavalente: per i bimbi sotto i 2 anni, nella maggior parte delle regioni, supera la soglia minima del 95% raccomandata dall'Oms. Tuttavia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Veneto hanno ancora una copertura sottosoglia e Bolzano, con l'83%, è lontana dal target. f
Articolo Precedente
Ottobre: il mese giusto per comprendere la finanza
Articolo Successivo
Miur può procedere con l’assunzione dei candidati a presidi
Redazione